Film visti in decentramento da
La Biennale di Venezia al Candiani di Mestre
Tutti in lingua originale
Venerdì
2 Venezia 79
TÀR
di Todd Field (USA) 158’ - drammatico - Coppa Volpi alla
migliore attrice Cate Blanchett - Buono! Consigliato da vedere
Molto
riflessivo, la musica c’entra, ma soprattutto il “potere
personale” e le sue possibili deviazioni. Spero non venga tagliato
in una versione commerciale più breve, che rischiando di tenere le
cose più eclatanti, taglierebbe le parti più importanti fatte di
riflessioni, ragionamenti e momenti cinematografici intensi.
Sabato
3 Venezia 79
ATHENA
di Romain Gavras (Francia) 97’ - attualità/drammatico/azione
- Buono!
Molto
violento. Il girato, con immagini e suoni (molto presenti,
assordanti) è molto dinamico e coinvolgente. Tema caldo: violenza
neonazista, rivolta in quartiere arabo. Quattro diversi fratelli
coinvolti. Il tutto attualissimo, girato come fosse un film di eroi
d’altri tempi. Almeno secondo me.
Domenica
4 Venezia 79
ARGENTINA,
1985 di Santiago Mitre (USA/Argentina) 140’ - ricostruzione
realtà/politico - Buono, da vedere!
É
la ricostruzione della preparazione al processo a Videla e gli altri
generali della dittatura. Il film è fatto bene. Inoltre è sempre
bene ricordare.
Martedì
6 Venezia 79
LOVE
LIFE di Kôfi Fukada (Giappone/Francia) 123’ - drammatico
Buono!
Una
storia (triste) molto giapponese. Lutto e dolore profondo. Ambienti
famigliari e sociali.
Mercoledì
7 Settimana della critica
DOGBORN
di Isabella Carbonell (Svezia) 84’ - drammatico
Buono.
Da vedere.
Temi
attualissimi: sfruttamento sessuale ragazze e bambine. Coinvolgimenti
a delinquere di disperati emigrati da ex Jugoslavia. Perbenismo e
falsità della società svedese.
Fuori
concorso
KÕNE
TAEVAST di Kim Ki-Duk (Estonia/Lituania) 87’ - drammatico
Buono.
Sull’amore
ossessivo, sulle conseguenze di una passione violenta. A metà tra
l’incubo e la realtà. “Il cinema di Ki-Duk è sempre stato
sospeso tra la leggerezza del sogno e la greve ferocia della realtà”.
È
un’opera postuma, montata dagli amici del regista coreano come
omaggio al suo lavoro, dopo la sua scomparsa nel 2020.
Giovedì
8
In
libreria Heimat per la presentazione di: Pascoli di carta di
Giannandrea Mancini. Kellerman editore. Un libro inchiesta sulla
speculazione delle compravendite dei terreni in montagna).
Interessante.
Fuori
concorso
Venerdì
9
Settimana
della critica
DA
LISTE VIDELI OVU ZENU (HAVE YOU SEE THIS WOMAN) di Duśan Zorić e
Matija Gluščević (Serbia/Croazia) 79’
Buono.
Da vedere (sempre se abbiate voglia di farvi un po’ sconvolgere”)
Molto
rumoroso, suono usato in modo oppressivo e violento, sia come “rumore
urbano” sia in per la musica ossessiva, ma coerente con la linea
espressiva del film. Anche l’uso della telecamera è molto vario e
poco ortodosso.
“Tre
situazioni, tre diverse declinazioni dello stesso personaggio,
Draginja: in una di esse, trova un cadavere
che
lo somiglia, in un’altra ingaggia un finto marito da mostrare alle
amiche, nella terza vaga senza memoria
per
le strade.”
Spiazzante,
sia per le trame a volte assurde, sia per come è girato (work in
progress, quindi non con stile continuativo), dove il corpo è
«politico nel suo essere “non conforme”, alla conquista dello
schermo e di uno suo spazio nel mondo».
Orizzonti
LUXEMBURG,
LUXEMBURG di Antonio Lukich (Ucraina) 106’ - drammatico Buono.
Anche
qui due fratelli gemelli a confronto, uno troppo serio e prudente che
fa il poliziotto, l’altro delinquente da quattro soldi, spacciatore
e truffatore alla buona. Alla notizia del padre morente (che li ha
abbandonati e che nei ricordi era un mafioso violento, negativi per
uno, positivi per l’altro) in Lussemburgo si mettono alla sua
ricerca.
Sabato
10
Settimana
della critica
MALIKATES
(QUEENS) di Yasmine Benkiran (Marocco) 83’ -
Avventura/drammatico Buono.
Casablanca,
Marocco. Un trio di donne, con la polizia alle calcagna, intraprende
una lunga fuga che le porta ad attraversare le aspre terre rosse e le
valli fiorite dell’Atlante per raggiungere il mare. Qualcuno lo ha
subito definito un Telma e Louise in salsa marocchina. Ma a me sembra
riduttivo. Non è certo un “filmone”, ma si può vedere e
apprezzare nella sua specificità.
Anche
se rimane tutta la drammaticità, risulta una visione più “leggera”
di altri. Personali perplessità sugli effetti della scena finale.
In generale il film è girato in modo semplice, diretto.
Venezia
79
KHERS
NIST (GLI ORSI NON ESISTONO) di Jafar Panahi (Iran) 107’ -
drammatico - Premio speciale della giuria
Buono.
Da vedere.
Il
regista, incarcerato in Iran per aver sostenuto la causa di un
collega ingiustamente incarcerato, racconta sia storie d’amore
tormentate dalla forza della superstizione e dalle dinamiche del
potere (locale, nazionale, patriarcale e altro) sia la sua storia di
regista costretto al confino che cerca di dirigere le scene del suo
film in collegamento streaming.
Ha
vinto
Domenica
11
All
the Beauty and the Bloodshed di Laura Potras (USA) - Leone d’oro
Buono.
Da vedere
Film
documentario che esplora la vita e la carriera della fotografa
statunitense Nan Goldin. Racconta della sua rocambolesca vita, del
suo fare arte e documenta la sua lotta contro la famiglia Sackler,
proprietaria della società farmaceutica Purdue Pharma, ritenuta
responsabile dell'epidemia di oppioidi negli Stati Uniti.
Utile
sia per la conoscenza del problema dell’assuefazione ai farmaci e
alle speculazioni relative, sia per una
riflessione
sul fare arte, sulla forza espressiva e il valore di certe scelte
lontane dai canoni di “bellezza”
“perbenismo”
“convenzioni” e del valore di saper cogliere e dare voce a
momenti difficili della esistenza
umana.
Oreste